Il primo virus influenzale della stagione, di specie B, è stato identificato proprio a Parma da un tampone faringeo di una bambina di 6 anni ricoverata nel reparto di Pediatria generale e d’urgenza dell’azienda ospedaliero-universitaria.
Il virus influenzale è stato isolato ieri da Flora De Conto e Maria Cristina Arcangeletti e dai loro collaboratori, nei laboratori di virologia molecolare e isolamento agenti virali dell’Unità operativa complessa di Virologia dell’Aou parmigiana, guidata da Adriana Calderaro, direttore della Scuola di specializzazione in Microbiologia e virologia e afferente al Dipartimento di Medicina e chirurgia dell’università.
“L’impiego di tecnologie molecolari avanzate, in sinergia con metodi colturali convenzionali, in uso all’Uoc di Virologia dell’Aou di Parma – sottolinea l’ateneo – ha permesso una diagnosi rapida di infezione da virus influenza B. Il virus influenza B, così come il virus influenza di specie A, causa infezione e malattia nell’uomo con circolazione ed episodi epidemici ricorrenti e generalmente collocati nella stagione invernale nei Paesi a clima temperato”.
Comunque secondo la previsione del virologo Fabrizio Pregliasco si preannuncia un’influenza sottotono per la stagione 2019/2020 nel numero di malati attesi, ma più insidiosa per la circolazione di virus a maggior rischio di complicanze.
L’isolamento del primo virus influenzale già a settembre è rilevante anche dal punto di vista epidemiologico. Infatti dimostra che la circolazione dei virus influenzali non è strettamente limitata alla sola stagione invernale.
Gli specialisti ricordano che l’influenza si distingue da tutte le altre forme parainfluenzali per la presenza di tre caratteristiche: insorgenza brusca della febbre oltre i 38°C; presenza di almeno un sintomo sistemico (dolori muscolari/articolari); presenza di un sintomo respiratorio (tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola).
Per difendersi “è importante evitare gli sbalzi termici e riposare molto”, ricorda ancora il virologo Pregliasco. É inoltre “fondamentale assumere comportamenti di responsabilità sociale ed evitare il più possibile di contagiare altre persone”.
Infine, “correre subito al pronto soccorso è un errore, perché si rischia di intasare il servizio e di infettare gli altri”. Pregliasco promuove un’automedicazione responsabile con farmaci ad hoc, ma raccomanda di “non fare autoprescrizione con gli antibiotici, utilizzandoli solo ed esclusivamente dietro prescrizione medica”.